Cos'è e come funziona il Park Assist

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Cos'è e come funziona il Park Assist Cos'è e come funziona il Park Assist
Park Assist: come funziona la tecnologia di parcheggio assistito?
Le auto a guida autonoma rappresentano il futuro della mobilità; tuttavia, sarà necessario attendere ancora qualche anno per vedere sulle strade le macchine che si guidano da sole. Per il momento, i modelli di ultima generazione offrono diverse soluzioni di assistenza alla guida, tra cui i moderni Park Assist per il parcheggio assistito o completamente automatico.
Park Assist: cos’è il sistema di assistenza al parcheggio
I sistemi di Park Assist sono dei dispositivi abbastanza recenti, apparsi sul mercato soltanto negli ultimi anni. Si tratta di sistemi in grado di parcheggiare l’auto più o meno autonomamente, realizzando una delle manovre più difficili e spesso odiate dagli automobilisti.
Questa tecnologia ADAS sfrutta un software centrale di controllo e una serie di sensori di parcheggio. Quest’ultimi monitorano l’ambiente circostante e forniscono le informazioni essenziali al programma, affinché sia in grado di gestire lo sterzo e i pedali di accelerazione e frenata per effettuare le manovre di parcheggio.
Tale sistema intelligente è stato sviluppato in Francia una ventina di anni fa dall’INRIA, un istituto francese di ricerca nei settori dell’informatica e dell’automazione, il quale per un periodo lavorò a una soluzione tecnica per aiutare i conducenti nel parcheggio orizzontale o affiancato gettando le basi per l’introduzione delle auto con Park Assist.
Sono manovre poco amate da molti automobilisti, a causa della loro complessità e delle difficoltà insite in alcune operazioni di accostamento ed entrata. Calcolare gli spazi e le distanze non è facile, soprattutto quando le misure sono ridotte, la visuale non è perfetta e ci sono altri veicoli in attesa che inducono pressione nel conducente del mezzo.

Le prime tecnologie di assistenza al parcheggio
Per agevolare gli automobilisti nelle manovre di parcheggio, l’istituto francese progettò una soluzione tecnologica ad hoc per semplificare queste operazioni. Si trattava di una serie di protocolli e standard tecnici, i quali sono adottati ancora oggi dalle principali case automobilistiche.

In particolare, l’INRIA creò 5 livelli di Park Assist:

Driver Assistance
Partial Automation
Conditional Automation
High Automation
Full Automation
Ogni soluzione prevede un intervento più o meno diretto della tecnologia, a partire dai sistemi di Driver Assistance che aiutano il guidatore soltanto in maniera marginale, come i sensori che avvisano quando ci si trova a una certa distanza dai mezzi parcheggiati, fino ai dispositivi di Full Automation, i quali parcheggiano da soli l’auto senza alcun intervento umano.

Allo stesso tempo, quelli più diffusi al momento sono i Park Assist Conditional e High Automation. Si tratta di tecnologie che supportano il conducente guidandolo nelle manovre; tuttavia, richiedono comunque l’interazione umana in quanto funzionano come supporto per il parcheggio ma non sono capaci di realizzare il procedimento in modo totalmente autonomo.

Come funzionano i sensori di parcheggio delle auto?
Il funzionamento dei sistemi di parcheggio assistito è piuttosto semplice, nonostante dietro questi dispositivi ci siano delle tecnologie avanzate. Il Self-Parking si basa su una serie di sensori di parcheggio, componenti analogiche che effettuano delle rilevazioni, monitorando la distanza dell’auto con il veicolo precedente e la misura tra le ruote e il marciapiede.
Inoltre, alcuni sistemi possono rilevare anche la presenza di eventuali ostacoli come pedoni e ciclomotori. Questi dati vengono inviati a un software centrale, il quale raccoglie tutte le informazioni e le elabora in tempo reale per effettuare la manovra, calcolando la traiettoria da compiere per realizzare un parcheggio automatico perfetto e intervenendo sui comandi della vettura come lo sterzo, il freno e il pedale dell’acceleratore.
I sistemi meno sofisticati hanno soltanto dispositivi di supporto, con sensori che avvisano quando la distanza con l’altro veicolo parcheggiato è inferiore a 20/30 cm, emettendo il classico bip fisso o un suono che aumenta d’intensità all’avvicinamento dell’ostacolo. Altri sistemi invece sono dotati di telecamere che aumentano la visuale e sensori più avanzati, i quali permettono al software di azionare lo sterzo mentre il conducente gestisce soltanto i pedali del freno e dell’acceleratore.
Ad ogni modo, alla base del Park Assist ci sono i sensori di parcheggio, dispositivi che possono essere elettromagnetici o ultrasonici ed emettono onde sonore o elettromagnetiche che rimbalzano sulle superfici esterne. In questo modo riflettono il segnale, per consentire al programma di calcolare le varie distanze e mappare l’ambiente circostante.

Come usare il Park Assist per parcheggiare
La maggior parte dei veicoli moderni dispone di un sistema di parcheggio assistito. Il funzionamento dipende dalla tecnologia utilizzata, compreso il grado di automazione del dispositivo; tuttavia, quasi sempre basta affiancare il veicolo che precede il posto libero, premere il pulsante del Park Assist e levare le mani dallo sterzo, mantenendo invece i piedi sulla pedaliera.
A questo punto bisogna soltanto seguire la procedura guidata del computer di bordo, effettuando tutte le operazioni richieste dal software. In quasi tutti i sistemi in uso oggi viene chiesto di frenare, accelerare e cambiare le marce manualmente, per passare dalla retromarcia alla prima o fermare la macchina una volta raggiunta la distanza minima.
Tuttavia, è possibile lasciare che il sistema si occupi della sterzata, la manovra più complessa da eseguire nei classici parcheggi orizzontali affiancati. Alcune auto di ultima generazione possono occuparsi di tutta l’operazione, gestendo sia il volante che le marce e i pedali; tuttavia, si tratta di dispositivi non ancora molto diffusi.

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